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Mostra fotografica Mittica, i protagonisti della storia del reportage

Mostra fotografica Mittica, i protagonisti della storia del reportage

Venerdì 14 novembre alle ore 18 nella sala centrale della Galleria Harry Bertoia in Corso Vittorio Emanuele a Pordenone, Guido Cecere docente di fotografia all’Accademia di Belle Arti di Venezia e di Laboratorio dell’immagine per ISIA Roma Design – Sede di Pordenone, presenterà l’incontro dedicato ai protagonisti della storia del reportage.

Traccerà un excursus non certo esaustivo ma certamente significativo della fotografia, dal primo reportage di guerra, quella di Crimea, alla Secessione americana, dalla fotografia italiana tra e dei due conflitti mondiali alla dolcevita caratterizzata dalla nascita dei paparazzi, per giungere agli autori contemporanei.

E’ l’ennesimo appuntamento di approfondimento delle tematiche che ruotano attorno a questo composito mondo, organizzate nell’ambito della mostra “Ashes/Ceneri – Pierpaolo Mittica Racconti di un fotoreporter -” allestita nella nuova struttura culturale già sede dell’anagrafe.

Questo è il quarto degli eventi collaterali alla mostra in cui sono esposte circa 150 immagini che, spaziando su 10 temi, raccontano degli effetti deleteri sull’uomo prodotti del progresso non controllato e non accompagnato nel sostegno all’etica. Il visitatore quindi si trova virtualmente a confrontarsi con le conseguenze della guerra nei balcani, con le contradizioni tra sviluppo e povertà in India, con le ripercussioni sociali ed umane prodotte dall’inquinamento nucleare e dai disastri ecologici, con la piaga dei bambini schiavi in Bangladesh ed anche con le condizioni di lavoro dei minatori di zolfo nell’isola di Java.

A tal proposito una seguita trasmissione televisiva andata in onda di recente, ha avuto come scenario il cratere di un vulcano con un lago sulfureo di un verde innaturale, da cui si estrae appunto lo zolfo. Interessante risulta il raffronto fra i scenari reali e le condizioni di lavoro dei minatori che, tra fumi tossici, su massacranti ed impervi percorsi trasportano lo zolfo in due ceste unite da una canna di bambù con carichi da 70 a 100 chili riprodotte nelle foto scattate da Pierpaolo Mittica e le idilliache immagini trasmesse dalla televisione.

[via PordenoneOggi.it]