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Computer e lavagne interattive: scuola friulana fanalino di coda

Computer e lavagne interattive: scuola friulana fanalino di coda

La nostra regione agli ultimi posti in Italia per i mezzi informatici nelle aule. Coppola: è vero, siamo rimasti indietro. Biasiol: i nostri dati non sono così bassi

Abbiamo gli studenti più bravi (almeno nelle materie scientifiche) d’Italia, ma siamo agli ultimi posti nella classifica delle dotazioni tecnologiche a scuola. Una contraddizione in termini, che francamente sorprende. Ma i dati riportati nell’ambito di un’inchieta di “Affari e Finanza” del quotidiano “La Repubblica” ed elaborati su ricerche del Ministero dell’Istruzione, non lasciano spazio a franintendimenti.

In Friuli Venezia Giulia solo il 2,14 per cento delle classi hanno uno o più computer in dotazione, mentre appena l’1,53 per cento delle aule hanno le lavagne interattive. Peggio di noi, per quanto riguarda le classi con il computer fanno solamente Abruzzo, Umbria, Basilicata e Molise, mentre per quanto riguarda le lavagne interattive dietro il Friuli ci sono solo Umbria e il solito Molise.

Classi

In questa graduatoria svetta la Lombardia con percentuali a due cifre, seguita da Veneto, Sicilia (che primeggia per le lavagne “intelligenti”), Puglia, Campania, Lazio, Emilia Romagna, Piemonte, Toscana e via via tutte le altre. Per non parlare dell’estero, dove ormai in molti Paesi le lezioni vengono tenute con i tablet, eliminando gran parte della “carta”, libri o quaderni che siano.

Ma è davvero così brutta la situazione dalle nostre parti? Il deputato udinese del Pd Paolo Coppola, che è pure presidente del Tavolo permanente per l’innovazione e l’agenda digitale italiana presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, ammette che sì, qualche ritardo c’è stato.

«Siamo indietro, lo so – spiega -. Ci sono diversi fattori che incidono. Per esempio pochi istituti della regione hanno sfruttato i canali per i finanziamenti che potevano essere richiesti al Ministero. E nè l’Ufficio scolastico regionale, nè le Province hanno puntato con convinzione su questi temi. Infine può esserci stata una certa diffidenza, o poca conoscenza delle tecnologie, da parte di alcuni insegnanti, che possono aver rallentato l’introduzione degli strumenti informatici. Un altro problema che mi è stato segnalato è la carenza di collegamenti Internet ad alta velocità, la banda ultra larga che è completamente da realizzare. La priorità sarà data alle scuole, utilizzando i fondi previsti dal Piano nazionale. Errori sono stati fatti: il wi-fi nelle scuole con velocità troppo bassa e quindi inutile, oppure un collegamento veloce, ma l’istituto non aveva il denaro per pagarlo».

Per sensibilizzare il mondo della scuola friulana su questi argomenti, l’onorevole Coppola in collaborazione con “Impara Digitale”, organizza per sabato 21 marzo, all’auditorium Zanon a Udine, il “Tablet school”, un’intera giornata dedicata agli studenti con workshop e lezioni dimostrative per far vedere come funziona una classe tecnologica.

Se Coppola ammette carenze, non è dello stesso avviso Pietro Biasiol, il dirigente facente funzioni dell’Ufficio scolastico regionale.

«A noi non risultano dati così bassi per quanto riguarda le tecnologie in classe – afferma -. Il Ministero ha fatto un suo monitoraggio, ma consulta le scuole direttamente, senza passare da noi e bisogna vedere che risposte sono state date. Nè siamo rimasti al palo nelle richieste di contributi per lavagne o computer. Se ci sono debolezze, da qualche parte, potenzieremo i nostri sforzi, ma abbiamo già istituti di eccellenza, come il Malignani, che sono più attrezzati. Con Insiel abbiamo avuto un incontro per lanciare il piano per la scuola e l’Università digitali».

[via MessaggeroVeneto]